Allarme Ozono a Saronno

La scorsa settimana sono apparsi articoli di giornali che indicavano come a Saronno si fosse superata la soglia di allarme per l’inquinamento da Ozono (252 microgrammi al metro cubo contro una soglia di allarme di 240), permanendo elevato anche per i 4 giorni successivi per poi scendere, ma non di molto.

La seconda cosa che ha attirato l’attenzione è che i valori più elevati si sono verificati a Saronno, in generale valori più elevati che a Milano città dove si sono verificati nella zona nord ovest della periferia cittadina.

Entrambe le cose non sono certo nuove, ma anzi si ripetono puntualmente in tutte le stagioni estive, variando solo un po’ in relazione alle condizioni climatiche come al vento, la presenza di piogge, etc.

Per capirne i motivi bisogna fare alcune osservazioni:

  • L’Ozono è un inquinante “secondario” cioè non viene emesso come tale ma si forma in atmosfera attraverso reazioni fotochimiche (cioè mediate dalle radiazioni solari) in particolare Ossidi di Azoto e idrocarburi incombusti. Le condizioni che lo favoriscono sono temperature ed insolazione elevata (la massima insolazione è con cielo sereno il 21 giugno). Ovviamente è proporzionale anche alla presenza di precursori (nel Sahara ad esempio ci sono temperature ed insolazione alta ma non c’è Ozono perché i precursori sono limitati). I precursori vengono dai processi di combustione dovuti da traffico di mezzi, impianti termoelettrici ed industriali. La riduzione definitiva dell’Ozono non può che avvenire dalla riduzione di queste fonti.
  • La formazione dell’Ozono non è istantanea ma è un processo che richiede più ore. Ora le aree urbanizzate tendono a scaldarsi più delle aree agricole circostanti (infatti vengono chiamate isole di calore) quindi l’aria ricca dei relativi inquinanti tende a sollevarsi e successivamente a ricadere nelle aree circostanti. In questo tragitto avviene la reazione fotochimica.

Ma perché la ricaduta avviene in prevalenza nell’area a Nord?

La presenza di vegetazione può mitigare la presenza dell’Ozono. In altri termini le piante si sacrificano avvelenandosi al nostro posto. Basta guardare una foto aerea per capire dove questa attenuazione è possibile.

Ma cosa si può fare in sede locale?

Interventi di riduzione del traffico su scala locale non hanno senso perché gli inquinanti vengono da fuori (ma su scala regionale hanno certamente senso, per questo risulta deprecabile l’inerzia di Regione Lombardia).

La presenza di vegetazione può attenuare le concentrazioni di Ozono oltre ad offrire numerosi altri vantaggi, è quindi un ulteriore motivo per difendere ed incrementare le aree a verde.

Da ricordare che l’Ozono non è un inquinante da trascurare, oltre ad effetti acuti può dare effetti cronici ed indurre la formazione di allergie.


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